TEMA: DOMANI RINASCERA’ IL MONDO. COSA SARA’? STILE: ROMANTICO.

Vaporose nuvole argento, un tintinnio leggero senza memoria di essere mai appartenuto ad una qualche materia.

Sarà un uomo vecchio che ha perduto saggezza e verità e che, senza cercare, trova.

Un buon vino denso nella coppa della mano e la musica, quella ancestrale dei tamburi e quella limpida degli usignoli.

Sarà quei fiori, quelli degli abissi, i colori delle profondità sommerse e il profumo di scelte sempre possibili.

Sarà l’invenzione di un pazzo buono che ti accompagna solo fin dove comincia il tuo inizio.

Un asso nella manica, la sospensione della sera, un’idea della notte che non avevi avuto prima.

Sarà il ciliegio e una corona, la porta aperta, la valigia chiusa.

Le tue braccia intorno al collo, il disegno fragile della tua ombra, un sospiro sulla nuca.

Sarà un tempo senza minuti, né ore e nemmeno secondi, sarà una cosa sola e parlerà la lingua dei fiumi e degli orti.

Sarà la pelle morbida, il solletico di una risata tonda, la tua barba lunga, una goccia di rugiada sulle mie labbra.

Io penso che il mondo, domani, sarà una donna.

Continua a leggere

Lettera alla luna

Luna,

tu sai già che non sono più romantico da molto tempo, e specialmente non posso permettermi di esserlo oggi, in questi tempi di crisi dove credo occorra anche essere un po’ pragmatici.  Ho rispetto per il ruolo che globalmente ricopri quale ispiratrice degli artisti, mi trovo in linea di massima solidale con i valori a cui sei generalmente associata – l’introspezione, la spiritualità, eccetera, eccetera – ultimo, ma non meno importante, riconosco l’apporto che dai con quella storia delle maree; lasciami però libero di prender tutte le distanze da te e di focalizzarmi sulle mie cose qua sulla Terra, sulla vita nell’immediato.

Come dici? Qualcuno ci ha invitato a parlare? E cosa vogliamo dirci? Personalmente non ho molto da condividere, né grosse cose da chiederti. Non so, vuoi dirmi se Armstrong è veramente atterrato là da te? In tanti qua se lo chiedono…se ti va, potresti levarmi il dubbio.

Scusami se sono così sbrigativo. In passato, lo sai, non ho esitato a confidarmi. A volte sono rimasto a guardarti per molto tempo, sprofondando nei pensieri, quasi che dietro ai tuoi crateri potesse celarsi l’ingresso a una dimensione interiore altrimenti irraggiungibile. Oggi ho rivolto gli occhi altrove. Le uniche curve che in qualche modo mi trasportano sono quelle di Svetlana, la stripper del night vicino a Porta Lame. Sono curve sensuali, e specialmente a basso costo, perciò quando sento il bisogno di una piccola ricompensa lascio che siano le sue dita sottili, le sue sopracciglia arcuate e specialmente il suo bacio all’anice a spegnermi quella sete.

Non prenderla male ma vedendoti in cielo non sento più niente, anzi non ti cerco neanche più. Che tu ci sia o non ci sia, per me, non fa alcuna differenza. A patto ovviamente che continui ad occuparti di quella storia, quel tuo… spompettare le maree, che a quanto pare ci serve per rimanere tutti in vita.

Visto che siamo qui, vogliamo parlare di quando mi sentivo rincuorato dall’idea che – al di là di qualsiasi distanza – io e la mia amata avremmo potuto contemplare la tua stessa luce? Eri il vertice del triangolo invisibile che ci univa, come perle disperse e d’improvviso ricongiunte da un sottile raggio d’argento. Questo semplice elemento in comune – del tutto ipotetico e potenziale – era di per sé consolatorio e serviva a placare momentaneamente il bruciore della mancanza. Ero giovane, Luna, giovane e inesperto, quanta ingenuità sotto ai baffi da latte!

Crescendo, ho sperato che la tua tiepida luce potesse riuscire a fendere le mie ombre interiori. All’interno di quella grotta, piena di serpenti e creature primitive – alcune buone, altre velenose, tutte ugualmente sconosciute – aspettavo il barlume che illuminasse, quanto meno, le silhouette sfuggenti degli impeti e delle frustrazioni che scalciavano dolorosamente in mezzo al buio. Sono rimasto a guardarti per ore dalla panchina nei pressi di casa, cercando di essere onesto con me stesso. A che cosa è servito? Di quelle notti conservo solo l’immagine del mio volto contratto, con la bocca per traverso, come fossi il cattivo di un qualche film western.

Per me non sei che metafora di quello che cerchi e non trovi. E di cose cercate e non trovate, lascia che te lo dica, sono già un esperto. Come un pacco di cui mittente, logistica e trasporti hanno smarrito il tracciamento, e di cui tutti oramai hanno dimenticato l’esistenza, se ti avessi inseguito avrei continuato a girare su me stesso per  tutta la vita.

Ma c’è ancora una cosa Luna che vorrei dirti e non ti ho detto.

Quest’estate ho avuto modo di conoscere una persona, finalmente una donna che non ha niente a che vedere con il club. Siamo stati al mare, per un weekend di settembre. Una sera siamo scesi nella spiaggia deserta accarezzata dal vento di scirocco. Abbiamo camminato per un po’ abbracciati – veniva naturale – fino a salire sugli scogli. Là ci siamo seduti e abbiamo parlato e scherzato, guardando, devo dire, le stelle. Non ricordo bene dov’eri, ma sì – ho come l’impressione che ci fossi anche tu. O si tratta solo di un sogno? Siamo rimasti per un po’ a guardare il cielo, scherzando a modo nostro dell’universo…di cui entrambi ignoravamo le più elementari evidenze. Forse, mi dico, non sei solo buona a spompettare le maree, Luna. Forse sai fare anche di più. Forse quelle cose che dicono di te sai farle veramente. Beh se così fosse… potresti gentilmente tenermi in considerazione? Sai che c’è, alla fine mi sono stufato di tutto questo vuoto, e di questa crisi, e di tutto il cinismo. Vorrei tornare a innamorarmi, davvero.